#: locale=it ## Action ### URL WebFrame_ACD2E6A7_A163_BD9D_41E4_4B2390809E36_mobile.url = https://www.3dvista.com/ PopupWebFrameBehaviour_CF8A75F3_8822_B363_41A3_EBF0A9EB8492.url = https://www.energhiabia.com PopupWebFrameBehaviour_A1B955C6_8411_501E_41DC_B3A9D5E6A342.url = https://www.energhiabia.com WebFrame_6EF9D945_597C_4093_41C4_38AB28685800_mobile.url = https://www.google.com/maps/embed?pb=!1m18!1m12!1m3!1d3022.1839486565013!2d-73.98773128433983!3d40.75797874273779!2m3!1f0!2f0!3f0!3m2!1i1024!2i768!4f13.1!3m3!1m2!1s0x89c25855c6480299%3A0x55194ec5a1ae072e!2sTimes%20Square!5e0!3m2!1ses!2ses!4v1603554735955!5m2!1ses!2ses PopupWebFrameBehaviour_4AC73AB3_60E1_AD2E_41C4_6F85003915E1.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Città%20incredibile%20Nivola/incredibilePro.html PopupWebFrameBehaviour_5D93F71B_46E9_0BF9_41C8_B5E670ED5E44.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Città%20incredibile%20Nivola/incredibilePro.html PopupWebFrameBehaviour_4F982CE4_60E1_A527_41D7_D9ED02BAFEB6.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Città%20incredibile%20Nivola/incredibilePro.html PopupWebFrameBehaviour_5D88F447_46E9_0E49_41C1_A46B60D85F29.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Città%20incredibile%20Nivola/incredibilePro.html PopupWebFrameBehaviour_510E16AF_46A9_0AD9_41C9_D6C7E6675B7A.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Deus/DeusPro.html PopupWebFrameBehaviour_4373E002_60E1_9CFA_418E_F1E7A3FE26DC.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Deus/DeusPro.html PopupWebFrameBehaviour_428C2E82_60E3_A5F5_41C2_1B36FC5014DD.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Deus/DeusPro.html PopupWebFrameBehaviour_5FE3DC75_46A7_1E4E_41C7_46962ABAF8E9.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Deus/DeusPro.html PopupWebFrameBehaviour_5FB924EC_46B9_0E5E_41C6_71E99943186F.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Imama/ImamaPro.html PopupWebFrameBehaviour_43A9E8E0_60E3_AD34_41D0_5CBE787179D8.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Imama/ImamaPro.html PopupWebFrameBehaviour_5C95DAA0_46B9_1AC6_41A7_E17B3F6BB7A4.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Imama/ImamaPro.html PopupWebFrameBehaviour_432141D1_60E0_9F17_41B2_42B9B3C1F0BE.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Imama/ImamaPro.html PopupWebFrameBehaviour_5DDCBEC3_46BF_1A49_41B6_A6131E547FDB.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Mutual/MutualPro.html PopupWebFrameBehaviour_441BB54E_60E1_A70F_41AB_BA88C0C8FB6B.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/Mutual/MutualPro.html PopupWebFrameBehaviour_5A050730_469F_0BC6_415F_538AD6B89960.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/RDS/RDSPro.html PopupWebFrameBehaviour_55C0A143_60E1_FF58_41A9_2824A86B8EC4.url = https://www.umbras360.com/Zoomify/RDS/RDSPro.html WebFrame_D2D710D4_DCD9_1DED_41E6_27A37384BB01_mobile.url = //www.youtube.com/embed/BLisA8zYphs ## Hotspot ### Text HotspotPanoramaOverlayTextImage_FAE43334_88E2_F0E6_41C4_F5B37E3B4ED3.text = ← Ingrandisci fino \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_E7352F63_8822_CF63_41DA_528DA784A9FE.text = ← Ingrandisci fino \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_FD9E464E_88E1_B0A5_41DF_F22C7A5CEA87.text = ← Ingrandisci fino \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_E81E2353_8863_D0A3_41D2_2FA7D5BC2048.text = ← Ingrandisci fino \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_08058AA2_1BA7_8471_41B5_55BEED960912.text = Bozzetti per la decorazione del Carr's Department Store \ \ (dalla serie Gli Antenati), 1957 \ \ lamiera ritagliata, modellata e dipinta \ \ \ Nivola comincio a eseguire nei primi anni Cinquanta una serie di figure in lamiera ritagliata, Gli Antenati, con una tecnica in parte suggerita dalla scultura del suo amico Alexander Calder. la grande figura qui esposta fu creata in Sardegna durante un viaggio nel 1952. L'artista tornò a più riprese sul tema, realizzando tra l'altro nel 1957-58 un gruppo di figure come decorazione di un grande magazzino, il Carr's Department Store a West Orange, New Jersey. Collocate sulla facciata, le lamiere erano associate da Nivola al rumore e all'animazione del commercio e della vita moderna. \ \ \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_144673D4_1BA6_8BD1_4192_52D08AB91220.text = Bozzetto per il negozio Olivetti di New York, 1953 ca, sandcast in gesso con tocchi di policromia, 74,4 x 70,2 cm \ \ L'opera è attualmente in mostra presso il Museo MAXXI di Roma in occasione della mostra Architetture a Regola d'Arte. HotspotPanoramaOverlayTextImage_77A50011_1BD9_8453_418F_5E31BC2B5E9E.text = Bozzetto per la facciata della Mutual lnsurance Company of Hartford a Hartford, Connecticut, 1957-1958 \ \ sandcast, cemento \ \ architetti: Sherwood, Mills and Smith HotspotPanoramaOverlayTextImage_6C974246_1BAE_8431_41BB_9D9870D76FA7.text = Carrapreda, 1956-1958 \ \ Modello per una delle quattro figure della Public School 13, Harlem, New York. \ \ sandcast gesso HotspotPanoramaOverlayTextImage_54172E3A_1BF9_BC51_4190_7606DD893F1E.text = Deus, 1955 circa, sandcast in cemento \ \ Imama, 1955 circa, sandcast in cemento \ \ I due rilievi raffigurano personificazioni mitologiche che racchiudono in sé piccoli esseri umani. Nivola sembra associare il tema della propria storia personale, guardando alle peripezie che dalle difficoltà della vita in un villaggio della Sardegna lo hanno portato negli ambienti artistici di Milano e di New York come al risultato delle scelte di un dio distante che si diverte a collocare gli umani nelle situazioni più impensate. In una delle due sculture, probabili studi per opere di arte pubblica, Nivola ha sperimentato l'uso di frammenti di ceramica a scopo decorativo. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C3D9D30_1CAA_BC51_41B0_50DCC6381A1C.text = Dialogo, da modello del 1987 \ \ marmo HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1439F1_1C79_87D3_41BA_8D95F2EAC0BA.text = Due formeIle della serie Spiagge, 1972 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1A6CA4_1C69_9C71_41AB_174BC119F317.text = Due formeIle della serie Spiagge, 1972 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_4EDF80AF_1BFB_844F_418A_EBE00E579D44.text = Due modelli per sculture, 1955 circa \ \ legno intagliato HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1934A0_1C6B_8C71_41B1_88E2C8CE8DDA.text = Due sculture della serie Letti, 1971-1972 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C15C9BE_1C7A_8451_4188_297FF4F2F1BA.text = Due sculture della serie Letti, 1971-1972 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_7A547DBB_692C_150D_41B5_6A9945E46F2B.text = Figura femminile, dalla serie Gli Antenati, 1952 \ \ lamiera ritagliata e modellata \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_04DFB854_1BDE_84D1_419F_F68243116C51.text = Figura femminile, dalla serie Gli Antenati, 1952 \ \ lamiera ritagliata e modellata \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_FBFECD73_1BBB_BCD7_41B5_A3443D9607DF.text = Figura maschile (Pastore sardo), 1966 \ \ ordito e trama in lana, tessitura a telaio verticale \ \ \ A partire dal 1960 Nivola disegna dei bozzetti per arazzi, da far eseguire in Sardegna, a Sarule, paese di grande tradizione nella tessitura. Nel dopoguerra in Europa e Stati Uniti si assiste a una rinascita dell’arte dell'arazzo. Nivola conosce la teoria di le Corbusier dell'arazzo come "muralnomad", pittura murale "portatile'' adatta alla vita nomade dell'uomo moderno. l'artista e anche affascinato dalla possibilità di realizzare opere "moderne" in collaborazione con gli artigiani locali e afferma: "Alle brave tessitrici di Sarule sono piaciuti molto gli arazzi, e questo mi ha lusingato immensamente". HotspotPanoramaOverlayTextImage_24BBB9DA_1BFE_87D1_41B1_8D4A45875635.text = Figura maschile, seconda meta’ anni cinquanta \ \ gesso HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C37C607_1CA6_8C3F_41A5_9F3637880894.text = I costruttori, 1963 Bozzetto per il Richard Bolling Federal Building, Kansas City (1962-1965) \ \ intonaco graffito a fresco su cemento incollato su multistrato \ \ architetti: Voskamp & Slezak; Radotinsky, Meyn & Deardorff; Everett and Keleti; Howard, Tammen & Bergendoff \ \ \ \ Nivola sviluppa già dagli anni Cinquanta una peculiare tecnica di graffito ad affresco: preparata la superficie con un impasto di cemento scuro, un sottile strato di intonaco bianco viene sovrapposto e poi rapidamente inciso - “a fresco” appunto - per fare emergere la preparazione scura sottostante. \ \ Nel Richard Bolling Federal Building, interpretando il tema dei costruttori di Léger (lavoratori sui ponteggi di un edificio in costruzione) con le sue consuete figure geometriche e curvilinee, Nivola mette in scena un animato cantiere. L’opera sarà poi realizzata con la tecnica del sandcast. HotspotPanoramaOverlayTextImage_3EBC5271_2BE9_7D98_419D_2C8D9EA810AD.text = Il Crimine e la Legge, 1972 circa \ \ La famiglia, 1972 circa \ \ Due modelli per le sculture dello Bronx family and Criminal Court (1973-1977) cemento \ \ architetti: Harrison & Abramovitz \ \ Le due sculture per il palazzo di giustizia del Bronx dovevano "umanizzare" l'austera architettura dell'edificio. Contrariamente ai modelli esposti, le sculture definitive vengono realizzate in travertino. Su un lato vi è la Famiglia (madre e figlio). Sull'altro il giudice (la Legge), tiene in pugno il serpente, emblema del male. L'altra mano - graffita sul lato opposto - è amichevole e accogliente. La mano aperta - in parte ispirata a quella di Le Corbusier - è nell'opera di Nivola simbolo di umanità , di pace (ricorda una colomba) e al tempo stesso firma (è possibile leggervi una "N"). HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C10C7ED_1C7A_8BF3_41B5_63B8F94AE901.text = Il poeta che riposa, il poeta oratore, il poeta a cavallo \ \ Tre sculture per Piazza Sebastiano Satta, Nuoro, 1966, bronzo \ \ Collezione Museo MAN, Nuoro HotspotPanoramaOverlayTextImage_FA7EE5CB_88E6_B3A3_41DA_78517DEECABB.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_DFA3037F_8862_7763_41D3_3B9DD3750CA7.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_E1BB168E_883E_51A5_41AD_55BBB156E9FE.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_EE93938B_883E_57A2_41AD_33422E76AA65.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_FC702584_88E6_73A6_41D2_34E0CFBA8C69.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_FA1D1224_88E6_50E5_41E0_63C64879266F.text = Ingrandisci fino \ al dettaglio → HotspotPanoramaOverlayTextImage_E1FF1D45_882E_70A6_41CF_37B684AE6A25.text = Ingrandisci fino → \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_FD569AB3_88E2_D1E3_41D9_8CB35E2ABFE8.text = Ingrandisci fino → \ al dettaglio HotspotPanoramaOverlayTextImage_39C6184B_1BE6_8437_4179_647CFF11E8AF.text = L'incontro con le Corbusier \ \ \ Nel 1946 a New York Nivola conosce Le Corbusier, maestro dell’architettura moderna, e intreccia con lui un'amicizia destinata a durare fino alla morte di questi nel 1965. Sotto la guida dell'architetto, l'artista dà avvio a un periodo di intensa sperimentazione che lo porta ad abbandonare lo stile realistico utilizzato sino a quel momento (un esempio ne è qui l'olio del 1946 Ruth e Pietro in cucina). Tra il 1947 e il 1950 realizza pochi quadri e moltissimi disegni, ispirati al linguaggio post-cubista, all’esempio del Le Corbusier pittore e a quello di Fernand Léger, ma anche al Surrealismo: da questo lavoro di ricerca scaturiranno poco dopo le sue prime esperienze nella scultura. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C01F64A_1C5A_8C31_41B5_091400329050.text = La città incredibile I, 1979 \ \ olio su tela \ \ \ \ Nel 1974 Nivola torna alla pittura con una serie di dipinti che rivisitano il paesaggio urbano americano, specie di New York. Sono opere che catturano la magica vitalità e al tempo stesso la qualità nervosa e caotica della città. Gli elementi del paesaggio urbano, passanti, macchine, la vecchia New York dei palazzi di mattoni e gli imponenti grattacieli di vetro e acciaio si fondono, resi attraverso un segno spesso e regolare che diventa quasi astratto. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C0D743E_1C6B_8C51_419A_724C08401071.text = La città incredibile I, 1979 \ \ olio su tela \ \ \ Nel 1974 Nivola torna alla pittura con una serie di dipinti che rivisitano il paesaggio urbano americano, specie di New York. Sono opere che catturano la magica vitalità e al tempo stesso la qualità nervosa e caotica della città. Gli elementi del paesaggio urbano, passanti, macchine, la vecchia New York dei palazzi di mattoni e gli imponenti grattacieli di vetro e acciaio si fondono, resi attraverso un segno spesso e regolare che diventa quasi astratto. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C39EF04_1CAA_9C31_41AD_4FE4128263FB.text = La città incredibile Il, 1979 \ \ olio su tela HotspotPanoramaOverlayTextImage_1BF9420F_1BAB_844F_41B2_879022773412.text = La terra sovrappopolata, 1972 \ \ bronzo \ \ proprietà Scuola Media di Orani HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C15323F_1C7B_844F_41B3_B54F76A1E91C.text = La terra sovrappopolata, 1972 \ \ bronzo \ \ proprietà Scuola Media di Orani HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C17FB22_1C66_8471_41B6_2D03D3FC423B.text = La terra sovrappopolata, 1972 \ \ bronzo \ \ proprietà Scuola Media di Orani HotspotPanoramaOverlayTextImage_A1F7E283_692C_20BF_41A0_B7319E6A460C.text = La terra sovrappopolata, 1972 \ \ bronzo \ \ proprietà Scuola Media di Orani HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C313DC9_1CBB_FC33_41A3_97F9916792A4.text = Light entering a room I (luce che entra in una stanza I), 1978 \ \ tempera su carta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C32E8CB_1CBE_8437_41B4_D885538AFA2E.text = Light entering a room I (luce che entra in una stanza I), seconda metà degli anni Settanta \ \ legno dipinto, terracotta, spago e vetro HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C3D12E9_1CAB_85F3_4162_8B29BD0D545A.text = Madre, da modello 1981-85 \ \ marmo HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C3EAF99_1CA6_9C53_4198_5CD42D7A6DF6.text = Madre, da modello del 1984 \ \ bronzo HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1D1779_1C6B_8CD3_41B8_CE02353E2CDB.text = Modello per il Monumento ai caduti dell'Isola di Bataan Corregidor, 1957 \ \ bronzo \ \ architetto: Richard Stein \ \ \ Nivola e Richard Stein presentano il progetto al concorso per un memoriale alla Battaglia di Bataan-Corregidor, evento chiave della seconda guerra mondiale nel Pacifico. Il progetto, in anticipo di una ventina d'anni sulla Land Art, prevede di trasformare in scultura l'intera isola di Corregidor: intorno a un'architettura centrale dovevano diramarsi sentieri e tunnel che tagliavano il terreno come ferite aperte a denunciare la violenza della guerra. Non senza ironia, artista e architetto avevano previsto che a realizzare l'opera fosse lo stesso esercito, per mezzo dei bombardamenti. \ \ \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_7EC6853D_5067_DA11_41C9_18892B355BAC.text = Modello per il Monumento ai caduti dell'Isola di Bataan Corregidor, 1957 \ \ bronzo \ \ architetto: Richard Stein \ \ \ Nivola e Richard Stein presentano il progetto al concorso per un memoriale alla Battaglia di Bataan-Corregidor, evento chiave della seconda guerra mondiale nel Pacifico. Il progetto, in anticipo di una ventina d'anni sulla Land Art, prevede di trasformare in scultura l'intera isola di Corregidor: intorno a un'architettura centrale dovevano diramarsi sentieri e tunnel che tagliavano il terreno come ferite aperte a denunciare la violenza della guerra. Non senza ironia, artista e architetto avevano previsto che a realizzare l'opera fosse lo stesso esercito, per mezzo dei bombardamenti. \ \ \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_76EFE4C7_507E_7A71_41D0_A4937C34E64D.text = Modello per il Monumento alla Brigata “Sassari”, 1962 \ \ bronzo \ \ \ Il concorso per il monumento alla Brigata “Sassari”, indetto per celebrare il corpo militare interamente composto di soldati sardi, celebre per il suo eroismo nella prima guerra mondiale, dà a Nivola l’opportunità di studiare un complesso intervento a scala ambientale che avrebbe fuso architettura e scultura. Visto dall’alto il monumento avrebbe avuto la forma di un corpo umano disteso, ma al tempo stesso avrebbe ricordato il profilo della Sardegna; entrando, il visitatore si sarebbe inoltrato in un percorso labirintico punteggiato di statue, all’interno di camminamenti simili a trincee dai muri coperti di rilievi. \ \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1E9505_1C66_8C33_41BA_2591A0C241E8.text = Modello per il Monumento alla Brigata “Sassari”, 1962 \ \ bronzo \ \ \ Il concorso per il monumento alla Brigata “Sassari”, indetto per celebrare il corpo militare interamente composto di soldati sardi, celebre per il suo eroismo nella prima guerra mondiale, dà a Nivola l’opportunità di studiare un complesso intervento a scala ambientale che avrebbe fuso architettura e scultura. Visto dall’alto il monumento avrebbe avuto la forma di un corpo umano disteso, ma al tempo stesso avrebbe ricordato il profilo della Sardegna; entrando, il visitatore si sarebbe inoltrato in un percorso labirintico punteggiato di statue, all’interno di camminamenti simili a trincee dai muri coperti di rilievi. \ \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_1BFC89C9_1BAA_8433_41B4_EE48918B20F9.text = Modello per un Monumento ad Antonio Gramsci, 1968 \ \ legno dipinto, matita, chiodi e filo di ferro zincato, argilla patinata \ \ architetto: Richard Stein \ \ \ Il monumento era destinato ad Ales, paese natale di Gramsci. Il progetto, disegnato con Richard Stein, evoca la prigione fascista di Gramsci e al tempo stesso la stanza della sua casa nella quale, durante l’infanzia, la madre lo appendeva al soffitto sperando di curarlo dalla sua disabilità. La porta alta solo 1,55 cm obbliga il visitatore a inchinarsi in segno di rispetto. L’assenza del soffitto è un simbolo della capacità del pensiero di Gramsci di espandersi all’infinito, in contrasto con il senso di costrizione trasmesso dai due ritratti in bronzo, Gramsci bambino e Gramsci sul letto della sua prigione. HotspotPanoramaOverlayTextImage_112D86D7_5061_C612_41D0_492A2C4E5521.text = Modello per un Monumento ad Antonio Gramsci, 1968 \ \ legno dipinto, matita, chiodi e filo di ferro zincato, argilla patinata \ \ architetto: Richard Stein \ \ \ Il monumento era destinato ad Ales, paese natale di Gramsci. Il progetto, disegnato con Richard Stein, evoca la prigione fascista di Gramsci e al tempo stesso la stanza della sua casa nella quale, durante l’infanzia, la madre lo appendeva al soffitto sperando di curarlo dalla sua disabilità. La porta alta solo 1,55 cm obbliga il visitatore a inchinarsi in segno di rispetto. L’assenza del soffitto è un simbolo della capacità del pensiero di Gramsci di espandersi all’infinito, in contrasto con il senso di costrizione trasmesso dai due ritratti in bronzo, Gramsci bambino e Gramsci sul letto della sua prigione. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1BCE17_1C6E_9C5F_41B4_21BC773AFDD8.text = Modello per un Monumento ad Antonio Gramsci, 1968 \ \ legno dipinto, matita, chiodi e filo di ferro zincato, argilla patinata \ \ architetto: Richard Stein \ \ \ Il monumento era destinato ad Ales, paese natale di Gramsci. Il progetto, disegnato con Richard Stein, evoca la prigione fascista di Gramsci e al tempo stesso la stanza della sua casa nella quale, durante l’infanzia, la madre lo appendeva al soffitto sperando di curarlo dalla sua disabilità. La porta alta solo 1,55 cm obbliga il visitatore a inchinarsi in segno di rispetto. L’assenza del soffitto è un simbolo della capacità del pensiero di Gramsci di espandersi all’infinito, in contrasto con il senso di costrizione trasmesso dai due ritratti in bronzo, Gramsci bambino e Gramsci sul letto della sua prigione. \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_1BFEE6A4_1BA6_8C70_41B8_EF0E0BF93E32.text = Modello per un Monumento alla bandiera americana, anni Ottanta \ \ polistirolo, gesso, legno, argilla \ \ \ \ In occasione del concorso per il memoriale dedicato a Roosevelt, Nivola riflette sulla forma e il significato della bandiera americana. Le strisce sono muri che creano corridoi in cui i visitatori possono camminare come i migranti nella “terra delle opportunità”, verso un gruppo di alte colonne - le stelle dei cinquanta stati americani. Negli anni Ottanta Nivola torna sul progetto: ora lo pensa in marmo e vi aggiunge, tra le colonne, una serie di statue di americani illustri. Lo spirito anarchico di Nivola e la coscienza delle contraddizioni della società dei consumi non impedivano all’artista di pensarsi come uno dei tanti emigranti che avevano vissuto il “sogno americano”. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C0A0DC0_1C69_9C31_416C_9AF1537D1A00.text = Modello per un Monumento alla bandiera americana, anni Ottanta \ \ polistirolo, gesso, legno, argilla \ \ \ In occasione del concorso per il memoriale dedicato a Roosevelt, Nivola riflette sulla forma e il significato della bandiera americana. Le strisce sono muri che creano corridoi in cui i visitatori possono camminare come i migranti nella “terra delle opportunità”, verso un gruppo di alte colonne - le stelle dei cinquanta stati americani. Negli anni Ottanta Nivola torna sul progetto: ora lo pensa in marmo e vi aggiunge, tra le colonne, una serie di statue di americani illustri. Lo spirito anarchico di Nivola e la coscienza delle contraddizioni della società dei consumi non impedivano all’artista di pensarsi come uno dei tanti emigranti che avevano vissuto il “sogno americano”. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C24016A_1C59_84F1_41B8_10F684F85110.text = Monumento al muratore di Orani, 1955 \ \ cemento \ \ \ Nel suo progetto del “paese-pergolato”, Nivola prevede al centro della piazza principale un monumento dedicato al mestiere - tipico del paese - del muratore, mestiere che era stato di suo padre e al quale lui stesso era stato educato. La scultura inaugura la serie dei Building blocks (blocchi da costruzione), figure composte di blocchi di cemento sovrapponibili ad incastro. \ \ Nivola concepiva i Building Blocks come strutture gigantesche, “alte quanto edifici”, con le quali avrebbe potuto ottenere compiutamente la fusione tra scultura e architettura. Pur non riuscendo a realizzarli nelle dimensioni previste, l’artista crea diversi modelli per la serie. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C274F4D_1CA7_9C33_41A0_0C7287FA19D9.text = Pergola-village. Vined Orani \ \ Interiors, gennaio 1953 \ \ \ Due bozzetti per Pergola-village. Vined Orani, 1953 \ \ china su carta, erroneamente datati 1943 dall’artista \ \ \ \ Nel 1953 Nivola pubblica su Interiors una serie di disegni che illustrano il progetto del “paese-pergolato” pensato per il suo paese natale, Orani. L’artista immagina di collegare tutte le case tramite pergole, trasformando le strade in spazi intimi, vivibili collettivamente dagli abitanti; la pergola è un segno che sottolinea – e così facendo rafforza – il legame sociale tra gli individui. Colpisce oggi la modernità dell’idea, che va al di là della scultura, pittura e architettura per spingersi sul terreno della vita quotidiana. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C0C15C9_1C69_8C33_41BB_112AEBBE65F5.text = Piazza Satta \ \ \ Nel 1963 Nivola è incaricato di progettare una piazza di Nuoro da dedicare al poeta del primo Novecento Sebastiano Satta. Sarà la sua prima opera pubblica in Sardegna. Invece di un monumento, l'artista progetta con Richard Stein l'intero spazio, dalle panchine ai muri delle case imbiancati con uno zoccolo azzurro. \ \ Dissemina la piazza di massi sui quali colloca piccoli bronzi raffiguranti il poeta nelle sue attività quotidiane. Piazza Satta è uno spazio da vivere e condividere oltre che un luogo di celebrazione e memoria. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C03C1FE_1C5E_87D1_41A2_25D681B95ED4.text = Piazza Satta \ \ \ Nel 1963 Nivola è incaricato di progettare una piazza di Nuoro da dedicare al poeta del primo Novecento Sebastiano Satta. Sarà la sua prima opera pubblica in Sardegna. Invece di un monumento, l'artista progetta con Richard Stein l'intero spazio, dalle panchine ai muri delle case imbiancati con uno zoccolo azzurro. \ \ Dissemina la piazza di massi sui quali colloca piccoli bronzi raffiguranti il poeta nelle sue attività quotidiane. Piazza Satta è uno spazio da vivere e condividere oltre che un luogo di celebrazione e memoria. HotspotPanoramaOverlayTextImage_367B6BD7_1BEA_BBDF_41B6_FDB085E9D471.text = Ruth e Pietro in cucina (Natura morta con Ruth Guggenheim), 1946 \ \ olio su tela \ \ Collezione Museo MAN, Nuoro HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C42886B_1CDE_84F7_41B2_A0CC58684628.text = Sculture per il monumento funebre alla madre e al fratello, Orani 1958 \ \ bronzo \ \ \ Il monumento è composto da tre placche scolpite, poggiate su tozze colonne; accanto ad esse sono infissi su steli metallici due ritratti della madre (intenta a impastare il pane, simbolo di nutrimento e vita) e del fratello (con la casacca da muratore in spalla). \ \ Le piccole dimensioni dei ritratti puntano a evitare ogni rischio di retorica. Intorno alle sculture l’artista pianta del grano, disponendo che venga tagliato e rimanga sul posto come parte del monumento, con una probabile allusione all’idea pagana della morte e resurrezione. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C2566B3_1C5B_8C57_418B_9B7FC8306C38.text = Sculture per il monumento funebre alla madre e al fratello, Orani 1958 \ \ bronzo \ \ \ Il monumento è composto da tre placche scolpite, poggiate su tozze colonne; accanto ad esse sono infissi su steli metallici due ritratti della madre (intenta a impastare il pane, simbolo di nutrimento e vita) e del fratello (con la casacca da muratore in spalla). \ \ Le piccole dimensioni dei ritratti puntano a evitare ogni rischio di retorica. Intorno alle sculture l’artista pianta del grano, disponendo che venga tagliato e rimanga sul posto come parte del monumento, con una probabile allusione all’idea pagana della morte e resurrezione. HotspotPanoramaOverlayTextImage_FDB35DA4_1BB9_BC71_41A0_833AEB6DCC00.text = Seneca, da modello del 1958 \ \ bronzo \ \ \ La foto della versione in cemento della scultura, viene usata, nel 1958, come immagine della serie pubblicitaria “Grandi idee dell’uomo occidentale” della Container Corporation of America, accompagnata dalla citazione di Seneca “Il più potente è colui che ha se stesso in proprio potere”. Nel corso degli anni Sessanta Nivola realizza diverse versioni di questa figura possente e geometrica. HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C11A247_1C7A_843F_41A2_C2A1879F511E.text = Spiaggia, 1962 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C2BA179_1CAE_84D3_41B7_F882CC24343F.text = Stanza (Cappella del Cristo), 1982-83 \ \ polistirolo rivestito con gesso, fil di ferro, legno HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C2E86EF_1CA6_8DCF_41B5_52B7B9FC53A9.text = Stanza (Cappella del Cristo), 1982-83 \ \ polistirolo rivestito con gesso, fil di ferro, legno HotspotPanoramaOverlayTextImage_2C5CD31A_1BEA_8451_4182_6959615326F9.text = Studi: Figura a cavallo l, Il, III, 1947-1948 \ \ pastello su carta HotspotPanoramaOverlayTextImage_2E5278E6_1BEF_85F1_41B9_EA97B440C375.text = Studi: Ruth con Claire I, II, 1949 circa \ \ acquarello e matita su carta HotspotPanoramaOverlayTextImage_2FF06D1D_1BEE_7C53_41BB_AC304E033D9E.text = Studio: Bagnante, 1949-1950 \ \ acquarello e matita su carta HotspotPanoramaOverlayTextImage_6D2F08DD_1BAF_85D3_41B6_362E7B27EEEF.text = Sympathetic man, 1959 \ \ cemento HotspotPanoramaOverlayTextImage_6AD79212_1BEB_8451_418F_790041BEBB4C.text = Totem, 1950 \ \ sandcast in gesso \ \ L’opera appartiene alla prima serie di sculture realizzate con la tecnica del sandcasting, raffiguranti figure femminili dall’aspetto primitivo (non a caso intitolate Totem dall’artista), fortemente stilizzate e con gli attributi sessuali in evidenza, ispirate tanto alla vita popolare quanto all’arte preistorica della Sardegna. Questa scultura, in particolare, riprende la forma di un celebre marmo dell’era neolitica conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. L’immagine femminile, simbolo di accoglienza, protezione e forza generatrice, sarebbe diventata uno dei temi favoriti dell’artista. HotspotPanoramaOverlayTextImage_5FFD5A05_60A7_ACDC_41D1_AA98D24D66B4.text = Tre bozzetti per la decorazione murale dello Showroom Olivetti a New York, 1953 \ \ sandcast in gesso policromato \ \ architetti: studio BBPR HotspotPanoramaOverlayTextImage_0A279182_1BBB_8431_41B9_BC8924371469.text = Tre bozzetti per la decorazione murale dello Showroom Olivetti a New York, 1953 \ \ sandcast in gesso policromato \ \ architetti: studio BBPR HotspotPanoramaOverlayTextImage_701706F9_1BAA_8DD3_419E_94DF0CDFD31D.text = Tre bozzetti per placche a rilievo per la decorazione dei college Morse ed Ezra Stiles, Yale University, New Haven, Connecticut, 1961 circa \ \ cemento \ \ architetto: Eero Saarinen HotspotPanoramaOverlayTextImage_87BB6EC6_1BBA_9C31_41B3_6B654FB860A9.text = Tre bozzetti per placche a rilievo per la decorazione dei college Morse ed Ezra Stiles, Yale University, New Haven, Connecticut, 1961 circa \ \ cemento \ \ architetto: Eero Saarinen HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C2D1693_1CAB_8C57_41A9_C5B5C24D6AD1.text = Tre dipinti della serie Ritratti di sculture, 1975 \ \ olio su tela HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C35B68F_1CBA_8C4F_41B9_F1D9BE795D2D.text = Tre dipinti della serie Ritratti di sculture, 1975 \ \ olio su tela HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C125713_1C79_8C57_41A0_C5612C27804C.text = Tre formelle della serie Dei e Uomini 1964-66 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C1ACBE4_1C6E_9BF1_41B0_8EEC45DDBD46.text = Tre formelle della serie Piscine, 1971-72 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C165BF8_1C79_BBD1_4185_B5D17190D168.text = Tre formelle della serie Piscine, 1971-72 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C12F4A3_1C7E_8C77_41B3_9D5A380EEA30.text = Tre sculture della serie Letti, 1961-62 \ \ terracotta HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C3E072E_1CA9_8C71_41B2_C5C715041404.text = Vedova, da modello del 1984 \ \ bronzo HotspotPanoramaOverlayTextImage_1C3C2193_1CA9_8450_41B1_66CE5B97CA7D.text = Vedova, da modello del 1985 \ \ marmo turco HotspotPanoramaOverlayTextImage_3F6BDC3A_51A1_CA13_41D2_0829A11DBE28.text = Video intervista a Costantino Nivola \ HotspotPanoramaOverlayTextImage_3F5D515A_51A2_FA12_41C3_E7DB3E45E744.text = Video intervista sulla storia di Costantino Nivola ## Media ### Floorplan ### Image imlevel_7175727D_425F_4604_41AA_B3784C2DFC5D.url = media/ToggleZoomImage_A0685E43_8416_D017_41D6_FBE5EEC4FA7D_it_0_0.jpg imlevel_7175027D_425F_4604_41CA_E1DCEBDD8153.url = media/ToggleZoomImage_A0685E43_8416_D017_41D6_FBE5EEC4FA7D_it_0_1.jpg imlevel_7176C27D_425F_4604_41B8_904014EC4B00.url = media/ToggleZoomImage_A0685E43_8416_D017_41D6_FBE5EEC4FA7D_it_0_2.jpg imlevel_7176D27D_425F_4604_41BC_E8D003690534.url = media/ToggleZoomImage_A0685E43_8416_D017_41D6_FBE5EEC4FA7D_it_0_3.jpg imlevel_710D1FEC_425F_3E0B_41BF_FE3D65C45FD8.url = media/map_A2AA4447_881F_B0A2_41C3_F0F0A0ADD4D2_it_0.jpg 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imlevel_71172F98_425F_3E0C_41AC_C9A2D563C107.url = media/map_D48D5E91_4051_828B_41B6_A0378C5A970F_it_4.jpg imlevel_71101FAA_425F_3E0C_41B3_026B2CCC82CD.url = media/map_D5A17BB9_4051_82FB_4195_1641B20FC1E2_it_0.jpg imlevel_71107FAA_425F_3E0C_41C6_A52413664E61.url = media/map_D5A17BB9_4051_82FB_4195_1641B20FC1E2_it_1.jpg imlevel_71106FAA_425F_3E0C_41CC_094ED17ACE6F.url = media/map_D5A17BB9_4051_82FB_4195_1641B20FC1E2_it_2.jpg imlevel_71104FAA_425F_3E0C_41C7_F5A25BB49032.url = media/map_D5A17BB9_4051_82FB_4195_1641B20FC1E2_it_3.jpg imlevel_7111AFAA_425F_3E0C_41CD_DD3F40290640.url = media/map_D5A17BB9_4051_82FB_4195_1641B20FC1E2_it_4.jpg imlevel_71153F86_425F_3E04_41CC_F7D3A3D09719.url = media/map_DD96FEBA_4050_82F8_41C8_B36DDE337D0D_it_0.jpg imlevel_71151F86_425F_3E04_41C5_2D0069918E35.url = media/map_DD96FEBA_4050_82F8_41C8_B36DDE337D0D_it_1.jpg imlevel_71157F86_425F_3E04_41B8_E8B5DC6A56DC.url = media/map_DD96FEBA_4050_82F8_41C8_B36DDE337D0D_it_2.jpg 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Arte e comunità
Cresciuto ai primi del Novecento in un piccolo villaggio della Sardegna, quindi trapiantato nei contesti metropolitani di Milano e poi di New York, Nivola guardava con nostalgia a un modello di società unita, coesa e solidale, che l’avanzare della modernizzazione rischiava di distruggere definitivamente.
Nel secondo dopoguerra il pensiero di Adriano Olivetti, imperniato sull’idea di comunità come primo nucleo dello stato democratico, rafforza questo suo modo di sentire; ulteriori spunti gli sono offerti dalle teorie di Josep Lluís Sert. L’architetto catalano, con il quale Nivola aveva stretto amicizia a New York e che nel 1954 lo aveva chiamato a insegnare alla Graduate School of Design di Harvard, propone una visione urbanistica fondata sui “centri civici”, intesi come luoghi di incontro e di aggregazione tra i cittadini.
A partire dagli anni Cinquanta i temi della comunità, della partecipazione e condivisione acquistano importanza nel pensiero di Nivola, generando opere profondamente innovative, come il Pergola village (1953), un progetto per collegare tutte le case di Orani per mezzo di pergole, e la mostra all’aperto allestita per tre giorni sempre a Orani nel 1958, nella quale il coinvolgimento dei paesani era parte integrante del progetto.
In queste opere, al di là della scultura o della pittura, il vero centro del lavoro è la vita collettiva, i rapporti sociali: una visione che anticipa per qualche aspetto le tendenze dell’arte relazionale e di partecipazione degli anni Novanta e Duemila.
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Le ricerche degli anni Sessanta e Settanta
In questi anni Nivola realizza numerosi progetti e consolida la sua fama di scultore per l'architettura (a tal punto che verrà chiamato, nel 1963, a far parte del team incaricato di progettare il salvataggio del tempio di Abu Simbel).
Perfezionando l'uso di tre tecniche (sandcasting, cement-carving e graffito a fresco) usate da sole o in combinazione tra loro, Nivola partecipa alla progettazione di edifici pubblici e privati ed aree urbane a New York e in tutti gli Stati Uniti.
Sculture a tutto tondo e bassorilievi sono anche presentati come opere autonome in musei e gallerie. La figura umana · riferimento costante per l'artista· viene sottoposta a un processo di semplificazione delle forme. Si definiscono nettamente due tipologie di sculture caratterizzate l'una da linee morbide, avvolgenti, l'altra da forme geometriche, con tagli squadrati e netti. Linee in rilievo e tracce di conchiglie e altre impurità della sabbia scompaiono progressivamente: le superfici diventano più lisce e regolari.
I legami con l'Italia si intensificano: in Sardegna fa realizzare arazzi in lana, in Toscana frequenta le cave di pietra della Versilia.
All'inizio degli anni Settanta Nivola inizia a utilizzare per le sue opere di grandi dimensioni il marmo e il bronzo, che diventeranno caratteristici dell'ultima fase della sua attività.
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Arte e comunità
Cresciuto ai primi del Novecento in un piccolo villaggio della Sardegna, quindi trapiantato nei contesti metropolitani di Milano e poi di New York, Nivola guardava con nostalgia a un modello di società unita, coesa e solidale, che l’avanzare della modernizzazione rischiava di distruggere definitivamente.
Nel secondo dopoguerra il pensiero di Adriano Olivetti, imperniato sull’idea di comunità come primo nucleo dello stato democratico, rafforza questo suo modo di sentire; ulteriori spunti gli sono offerti dalle teorie di Josep Lluís Sert. L’architetto catalano, con il quale Nivola aveva stretto amicizia a New York e che nel 1954 lo aveva chiamato a insegnare alla Graduate School of Design di Harvard, propone una visione urbanistica fondata sui “centri civici”, intesi come luoghi di incontro e di aggregazione tra i cittadini.
A partire dagli anni Cinquanta i temi della comunità, della partecipazione e condivisione acquistano importanza nel pensiero di Nivola, generando opere profondamente innovative, come il Pergola village (1953), un progetto per collegare tutte le case di Orani per mezzo di pergole, e la mostra all’aperto allestita per tre giorni sempre a Orani nel 1958, nella quale il coinvolgimento dei paesani era parte integrante del progetto.
In queste opere, al di là della scultura o della pittura, il vero centro del lavoro è la vita collettiva, i rapporti sociali: una visione che anticipa per qualche aspetto le tendenze dell’arte relazionale e di partecipazione degli anni Novanta e Duemila.
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La Grande Madre
“Da qualche tempo in qua si va sempre più definendo nella mia scultura una forza semplice, essenziale. Qui spirito e sensi collaborano nell’impegno di dare forma e significato alla materia. C’è una forma femminile come risultato, ma non necessariamente come punto di partenza.
Il muro panciuto della casa rustica, nella mia età magica dell’infanzia, nascondeva sempre un tesoro: il pane piatto e sottile che si gonfia al calore del forno, promessa di appagare la fame di sempre. Allo stesso modo la donna incinta nasconde nel suo grembo il segreto di un figlio meraviglioso.”
Così Nivola spiega il significato delle grandi Madri - icone della sua tarda maturità. Già all’inizio degli anni Settanta Nivola sviluppa quello che definisce “un appetito per il marmo e per il bronzo”: la volontà di usare i materiali nobili della scultura per avvicinarsi all’arte “pura”, indipendente dall’architettura.
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Le ricerche degli anni Sessanta e Settanta
In questi anni Nivola realizza numerosi progetti e consolida la sua fama di scultore per l'architettura (a tal punto che verrà chiamato, nel 1963, a far parte del team incaricato di progettare il salvataggio del tempio di Abu Simbel).
Perfezionando l'uso di tre tecniche (sandcasting, cement-carving e graffito a fresco) usate da sole o in combinazione tra loro, Nivola partecipa alla progettazione di edifici pubblici e privati ed aree urbane a New York e in tutti gli Stati Uniti.
Sculture a tutto tondo e bassorilievi sono anche presentati come opere autonome in musei e gallerie. La figura umana · riferimento costante per l'artista· viene sottoposta a un processo di semplificazione delle forme. Si definiscono nettamente due tipologie di sculture caratterizzate l'una da linee morbide, avvolgenti, l'altra da forme geometriche, con tagli squadrati e netti. Linee in rilievo e tracce di conchiglie e altre impurità della sabbia scompaiono progressivamente: le superfici diventano più lisce e regolari.
I legami con l'Italia si intensificano: in Sardegna fa realizzare arazzi in lana, in Toscana frequenta le cave di pietra della Versilia.
All'inizio degli anni Settanta Nivola inizia a utilizzare per le sue opere di grandi dimensioni il marmo e il bronzo, che diventeranno caratteristici dell'ultima fase della sua attività.
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Microcosmo / Macrocosmo
All’inizio degli anni Sessanta Nivola inizia ad usare la terracotta per realizzare opere di piccolo formato, viste come una forma di espressione totalmente libera, alternativa al rigore richiesto dalle opere pubbliche, soggette alla volontà dei committenti e all’esigenza dell’architettura.
I Letti, ispirati ai sarcofagi etruschi, simboleggiano, per estensione, la totalità dell’esistenza dell’uomo: la vita di coppia in tutte le sue varianti, i momenti di solitudine, la felicità e la disperazione. Nivola li espone su basi bianche ricoperte di germogli di grano, simbolo di rinascita tradizionalmente usato in Sardegna nei riti della Settimana Santa.
Dal microcosmo dei Letti, si passa con le Spiagge al macrocosmo della natura: Nivola con pochi gesti delinea paesaggi marini in cui piccole figure riposano sulla spiaggia o nuotano verso l’orizzonte. Nella serie Dei e Uomini le nuvole assumono la forma di divinità pagane che vegliano o incombono sui mortali inconsapevoli.
Negli anni Settanta Nivola, disilluso e disgustato dalla società contemporanea, realizza nuovi letti e spiagge, umoristici e sarcastici, spesso di aperto contenuto sessuale, e crea la serie delle Piscine, luoghi dello svago urbano in cui i corpi si ammassano e ogni rapporto con la natura è negato o distorto.
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Monumenti Immaginati
Dopo la seconda guerra mondiale il monumento come forma artistica viene visto con sospetto per i suoi legami con i regimi totalitari. La statua del condottiero al centro della piazza cittadina è rifiutata come retorica e falsa.
Proposte di artisti e intellettuali come l’architetto Josep Lluís Sert - legato a Nivola da un rapporto professionale e di amicizia - ripensano invece i monumenti come possibile perni dei nuovi centri cittadini, progettati su scala ambientale, dovrebbero comprendere architettura e scultura al fine di creare percorsi pieni di sorprese visive, per un migliore uso quotidiano degli spazi della città.
L’arte pubblica per Nivola è innanzitutto questione di responsabilità civica, un modo per migliorare in modo semplice e concreto la vita delle persone.
Afferma infatti: “Se artisti e architetti verranno meno alla sfida di rendere le città più belle, altri, meno dotati di immaginazione, e gruppi privi di responsabilità civica continueranno a perpetrare i mali architettonici delle nostre città.”
Negli anni della maturità, tuttavia, lo scultore comincia a privilegiare la dimensione utopica del monumento.
Alcuni suoi progetti non vengono realizzati a causa di imprevisti, altri nascono come opere dell’immaginazione, valide al di la della possibilità di essere realizzate. “Col tempo - afferma l’artista - ho imparato ad apprezzare la qualità utopica dell’immaginazione, quasi preferendola alla realizzazione - che comporta sempre certa inevitabile disillusione.
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Nel giardino di Long lsland
Nel 1948 Nivola compra una vecchia fattoria con un podere a Springs, Long lsland, in una località di vacanza oggi esclusiva ma all’epoca ancora a buon mercato e frequentata da artisti come Jackson Pollock e Lee Krasner, Willem de Kooning e Robert Motherwell.
Per la casa di Springs progetta, insieme all'architetto Bernard Rudofsky, un giardino concepito come una serie di stanze all’aperto dove vivere, lavorare e ricevere gli amici. Provvisto di pergole e panchine, di un solarium, di un focolare e di un forno, il giardino si trasforma presto in laboratorio creativo: è qui che, tra il 1949 e il 1950, Nivola diventa scultore, sperimentando la tecnica del sandcasting, un metodo per creare rilievi in gesso o cemento da una matrice scavata nella sabbia, da lui inventato giocando con i figli sulla spiaggia di Long lsland; è qui che realizza pitture murali, sculture, decorazioni graffite.
Di anno in anno, aggiunge, toglie o sposta sculture, cancella e dipinge nuovamente i murali. Oltre che un luogo di lavoro, il giardino è esso stesso un'opera d'arte, un work in progress, una ricerca interminabile alla quale anche altri artisti danno il loro contributo, da Le Corbusier, che si cimenta col sandcasting, a Bruno Munari che vi lascia un suo murale, in seguito cancellato e sostituito come gli altri.
Ma soprattutto il giardino è un ambiente per la socializzazione, un luogo in cui esercitare “I’arte di vivere", un'esistenza in cui dimensione estetica e quotidianità si fondono con naturalezza.
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Pensare lo spazio
La ricerca sullo spazio, costante nell’arte di Nivola, lo porta negli anni Settanta a elaborare il tema delle “stanze” in disegni, dipinti e sculture. Opere compiute più che modelli, le stanze rielaborano l’idea dello spazio al tempo stesso fisico e simbolico del monumento a Gramsci, sottraendolo dalla sfera dell’arte pubblica per reinterpretarlo in chiave privata ed esistenziale.
Semplici forme geometriche aperte sul lato frontale, le stanze hanno piccole finestre che lasciano entrare la luce modificando lo spazio. In una poesia intitolata “Omaggio a Marcel Proust” Nivola riassumeva il significato delle stanze:
All’interno di questa stanza troverò quello che ho
Sempre cercato, tutte le varianti del quadrato e
del cubo. Le infinite variazioni lineari
della verticale e orizzontale.
In tutti i gradi di apertura dell’angolo troverò
Me stesso come sola forma organica. In Questo tempio
Di strutture cartesiane sospeso nel Contesto caotico
Di infinite spaccature.
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Pittura / Scultura
Negli anni Settanta Nivola si riavvicina alla pittura da cavalletto: un modo di pensare lo spazio, riflettendo sul rapporto fra superficie piana e immagine tridimensionale.
La serie di grandi figure geometrizzanti è caratterizzata dai toni caldi e spenti - in voga negli anni Settanta - e dalla ambiguità tra figura e sfondo: il volume delle figure è di volta in volta negato o accentuato dalla stesura del colore che passa da un piano all’altro.
L’interesse dell’artista anche in questo caso è sulla definizione e la percezione dello spazio.
In un’altra serie Nivola rifà le stesse vedute di New York che aveva dipinto negli anni Quaranta, ma con uno stile differente: neri più profondi, contorni meno definiti e un’atmosfera più cupa, segno di uno sguardo più critico e maturo sulla “città meravigliosa” che lo aveva accolto al suo arrivo negli Stati Uniti.
Il ritorno al quadro è parte del processo di avvicinamento all’arte “pura” che Nivola compie nello stesso periodo in relazione alla scultura.
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Pittura / Scultura
Negli anni Settanta Nivola si riavvicina alla pittura da cavalletto: un modo di pensare lo spazio, riflettendo sul rapporto fra superficie piana e immagine tridimensionale.
La serie di grandi figure geometrizzanti è caratterizzata dai toni caldi e spenti - in voga negli anni Settanta - e dalla ambiguità tra figura e sfondo: il volume delle figure è di volta in volta negato o accentuato dalla stesura del colore che passa da un piano all’altro.
L’interesse dell’artista anche in questo caso è sulla definizione e la percezione dello spazio.
In un’altra serie Nivola rifà le stesse vedute di New York che aveva dipinto negli anni Quaranta, ma con uno stile differente: neri più profondi, contorni meno definiti e un’atmosfera più cupa, segno di uno sguardo più critico e maturo sulla “città meravigliosa” che lo aveva accolto al suo arrivo negli Stati Uniti.
Il ritorno al quadro è parte del processo di avvicinamento all’arte “pura” che Nivola compie nello stesso periodo in relazione alla scultura.
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Uno scultore per architetti
Il successo ottenuto nel 1954 dal rilievo dello showroom Olivetti attira a Nivola una grande quantità di altre commissioni, lanciandolo come "scultore per l'architettura".
In quel momento ferveva in campo internazionale il dibattito sulla collaborazione tra arti visive e architettura, la cosiddetta "sintesi delle arti": l'architettura moderna è percepita come fredda e distante; pittura e scultura potevano servire a "umanizzarla" avvicinandola al pubblico.
La tecnica del sandcasting inventata da Nivola è particolarmente adatta a questo scopo: consente infatti di eseguire dei pannelli in rilievo che possono essere montati a ricoprire superfici murarie anche molto vaste, come la facciata della Mutual of Hartford lnsurance Company, realizzata nel 1958 a Hartford, nel Connecticut, di cui è qui esposto il bozzetto.
Le sculture sono eseguite con lo stesso materiale utilizzato per la costruzione degli edifici moderni, il cemento, e con la stessa carpenteria; trasportate nelle stesse cassaforme che sono servite a costruirle e che si trasformano in casse da imballaggio, possono viaggiare con i normali mezzi di trasporto usati nel cantiere e senza particolari condizioni assicurative.
Nivola punta insomma a una "normalizzazione" della scultura, che la privi della sua aura di eccezionalità avvicinandola alla vita quotidiana. L'opera d'arte, divenuta parte dell’esistenza comune, deve contribuire a migliorare la società creando un ambiente più armonioso e piacevole.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Arte e comunità
Cresciuto ai primi del Novecento in un piccolo villaggio della Sardegna, quindi trapiantato nei contesti metropolitani di Milano e poi di New York, Nivola guardava con nostalgia a un modello di società unita, coesa e solidale, che l’avanzare della modernizzazione rischiava di distruggere definitivamente.
Nel secondo dopoguerra il pensiero di Adriano Olivetti, imperniato sull’idea di comunità come primo nucleo dello stato democratico, rafforza questo suo modo di sentire; ulteriori spunti gli sono offerti dalle teorie di Josep Lluís Sert. L’architetto catalano, con il quale Nivola aveva stretto amicizia a New York e che nel 1954 lo aveva chiamato a insegnare alla Graduate School of Design di Harvard, propone una visione urbanistica fondata sui “centri civici”, intesi come luoghi di incontro e di aggregazione tra i cittadini.
A partire dagli anni Cinquanta i temi della comunità, della partecipazione e condivisione acquistano importanza nel pensiero di Nivola, generando opere profondamente innovative, come il Pergola village (1953), un progetto per collegare tutte le case di Orani per mezzo di pergole, e la mostra all’aperto allestita per tre giorni sempre a Orani nel 1958, nella quale il coinvolgimento dei paesani era parte integrante del progetto.
In queste opere, al di là della scultura o della pittura, il vero centro del lavoro è la vita collettiva, i rapporti sociali: una visione che anticipa per qualche aspetto le tendenze dell’arte relazionale e di partecipazione degli anni Novanta e Duemila.
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Arte e comunità
Cresciuto ai primi del Novecento in un piccolo villaggio della Sardegna, quindi trapiantato nei contesti metropolitani di Milano e poi di New York, Nivola guardava con nostalgia a un modello di società unita, coesa e solidale, che l’avanzare della modernizzazione rischiava di distruggere definitivamente.
Nel secondo dopoguerra il pensiero di Adriano Olivetti, imperniato sull’idea di comunità come primo nucleo dello stato democratico, rafforza questo suo modo di sentire; ulteriori spunti gli sono offerti dalle teorie di Josep Lluís Sert. L’architetto catalano, con il quale Nivola aveva stretto amicizia a New York e che nel 1954 lo aveva chiamato a insegnare alla Graduate School of Design di Harvard, propone una visione urbanistica fondata sui “centri civici”, intesi come luoghi di incontro e di aggregazione tra i cittadini.
A partire dagli anni Cinquanta i temi della comunità, della partecipazione e condivisione acquistano importanza nel pensiero di Nivola, generando opere profondamente innovative, come il Pergola village (1953), un progetto per collegare tutte le case di Orani per mezzo di pergole, e la mostra all’aperto allestita per tre giorni sempre a Orani nel 1958, nella quale il coinvolgimento dei paesani era parte integrante del progetto.
In queste opere, al di là della scultura o della pittura, il vero centro del lavoro è la vita collettiva, i rapporti sociali: una visione che anticipa per qualche aspetto le tendenze dell’arte relazionale e di partecipazione degli anni Novanta e Duemila.
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Costantino Nivola
(Orani, 1911 - Long Island, 1988)
Figlio di muratore, Nivola impara il mestiere del padre e diventa poi apprendista del pittore Mario Delitala a Sassari.
Nel 1931 una borsa di studio gli permette di studiare grafica all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza. L’architetto Giuseppe Pagano, suo maestro, lo coinvolge nell’allestimento di mostre come la Triennale di Milano del 1936 e l’Expo di Parigi del 1937.
Diventa intanto direttore artistico dell’Olivetti, impresa all’avanguardia nelle strategie di comunicazione.
Nel 1938 le sue idee antifasciste e il matrimonio con l’ebrea Ruth Guggenheim lo costringono a lasciare l’Italia per Parigi e quindi per gli Stati Uniti.
A New York lavora come art director per riviste di architettura e diventa amico e discepolo di Le Corbusier.
Nella sua casa giardino di Long Island nel 1950 inventa la tecnica del sandcasting, un metodo per creare sculture in cemento da matrici di sabbia.
Il successo ottenuto dalla sua prima commissione, lo showroom Olivetti di New York su progetto dei BBPR, lo porta in breve a diventare uno dei più apprezzati scultori per l’architettura in un periodo in cui ferve il dibattito internazionale sulla sintesi delle arti.
Il suo lavoro, incentrato sui temi principali della “madre” e del “costruttore”, rivisita in forme moderne la tradizione popolare e l’arte preistorica della Sardegna. Altri temi importanti sono quelli della vita comunitaria, dell’arte come partecipazione e strumento di crescita civile.
A partire dagli anni Sessanta, mentre continua il suo impegno civile nell’arte pubblica, si dedica anche alla terracotta realizzando opere di piccolo formato dai soggetti intimi e privati.
In seguito ritorna ai materiali “nobili” del marmo e del bronzo, con una serie di solenni figure femminili che celebrano la forza generatrice della donna e della natura.
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La Grande Madre
“Da qualche tempo in qua si va sempre più definendo nella mia scultura una forza semplice, essenziale. Qui spirito e sensi collaborano nell’impegno di dare forma e significato alla materia. C’è una forma femminile come risultato, ma non necessariamente come punto di partenza.
Il muro panciuto della casa rustica, nella mia età magica dell’infanzia, nascondeva sempre un tesoro: il pane piatto e sottile che si gonfia al calore del forno, promessa di appagare la fame di sempre. Allo stesso modo la donna incinta nasconde nel suo grembo il segreto di un figlio meraviglioso.”
Così Nivola spiega il significato delle grandi Madri - icone della sua tarda maturità. Già all’inizio degli anni Settanta Nivola sviluppa quello che definisce “un appetito per il marmo e per il bronzo”: la volontà di usare i materiali nobili della scultura per avvicinarsi all’arte “pura”, indipendente dall’architettura.
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La grafica
Nivola è noto oggi soprattutto come scultore, ma per oltre vent’anni è stato soprattutto grafico e illustratore.
Dopo il diploma all’ISIA di Monza, dal 1936 al 1938 a Milano lavora come grafico pubblicitario all’Olivetti, una ditta in cui, grazie alla lungimiranza di Adriano Olivetti, la comunicazione, così come il design dei prodotti e l’architettura delle fabbriche, è progettata in base a criteri artistici.
Tra i primi creatori dell’immagine della ditta insieme a Xanti Schawinsky e Giovanni Pintori, Nivola lascia una serie di manifesti e campagne pubblicitarie fortemente innovativi per l’epoca.
Dopo la fuga negli Stati Uniti, nel 1939, è come grafico che l’artista si guadagna da vivere. Dal 1940 al 1945 è art director in diverse riviste, da periodici di architettura come Interiors e The New Pencil Points, che rinnova aprendoli all’influenza del modernismo europeo, a testate di moda (You) e di cucina (American Cookery). Anche in seguito collabora in qualità di free lance a Harper’s Bazaar, Fortune e altre riviste, realizzando fra l’altro, subito dopo la fine della guerra, una serie di reportage grafici sull’Italia.
Come inviato speciale di Fortune torna in Sardegna nel 1952, per documentare gli esiti della campagna antimalarica lanciata dalla Rockefeller Foundation, con una serie di vivaci tavole a colori pubblicate nel 1953.
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La grafica
Nivola è noto oggi soprattutto come scultore, ma per oltre vent’anni è stato soprattutto grafico e illustratore.
Dopo il diploma all’ISIA di Monza, dal 1936 al 1938 a Milano lavora come grafico pubblicitario all’Olivetti, una ditta in cui, grazie alla lungimiranza di Adriano Olivetti, la comunicazione, così come il design dei prodotti e l’architettura delle fabbriche, è progettata in base a criteri artistici.
Tra i primi creatori dell’immagine della ditta insieme a Xanti Schawinsky e Giovanni Pintori, Nivola lascia una serie di manifesti e campagne pubblicitarie fortemente innovativi per l’epoca.
Dopo la fuga negli Stati Uniti, nel 1939, è come grafico che l’artista si guadagna da vivere. Dal 1940 al 1945 è art director in diverse riviste, da periodici di architettura come Interiors e The New Pencil Points, che rinnova aprendoli all’influenza del modernismo europeo, a testate di moda (You) e di cucina (American Cookery). Anche in seguito collabora in qualità di free lance a Harper’s Bazaar, Fortune e altre riviste, realizzando fra l’altro, subito dopo la fine della guerra, una serie di reportage grafici sull’Italia.
Come inviato speciale di Fortune torna in Sardegna nel 1952, per documentare gli esiti della campagna antimalarica lanciata dalla Rockefeller Foundation, con una serie di vivaci tavole a colori pubblicate nel 1953.
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Le ricerche degli anni Sessanta e Settanta
In questi anni Nivola realizza numerosi progetti e consolida la sua fama di scultore per l'architettura (a tal punto che verrà chiamato, nel 1963, a far parte del team incaricato di progettare il salvataggio del tempio di Abu Simbel).
Perfezionando l'uso di tre tecniche (sandcasting, cement-carving e graffito a fresco) usate da sole o in combinazione tra loro, Nivola partecipa alla progettazione di edifici pubblici e privati ed aree urbane a New York e in tutti gli Stati Uniti.
Sculture a tutto tondo e bassorilievi sono anche presentati come opere autonome in musei e gallerie. La figura umana · riferimento costante per l'artista· viene sottoposta a un processo di semplificazione delle forme. Si definiscono nettamente due tipologie di sculture caratterizzate l'una da linee morbide, avvolgenti, l'altra da forme geometriche, con tagli squadrati e netti. Linee in rilievo e tracce di conchiglie e altre impurità della sabbia scompaiono progressivamente: le superfici diventano più lisce e regolari.
I legami con l'Italia si intensificano: in Sardegna fa realizzare arazzi in lana, in Toscana frequenta le cave di pietra della Versilia.
All'inizio degli anni Settanta Nivola inizia a utilizzare per le sue opere di grandi dimensioni il marmo e il bronzo, che diventeranno caratteristici dell'ultima fase della sua attività.
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Le ricerche degli anni Sessanta e Settanta
In questi anni Nivola realizza numerosi progetti e consolida la sua fama di scultore per l'architettura (a tal punto che verrà chiamato, nel 1963, a far parte del team incaricato di progettare il salvataggio del tempio di Abu Simbel).
Perfezionando l'uso di tre tecniche (sandcasting, cement-carving e graffito a fresco) usate da sole o in combinazione tra loro, Nivola partecipa alla progettazione di edifici pubblici e privati ed aree urbane a New York e in tutti gli Stati Uniti.
Sculture a tutto tondo e bassorilievi sono anche presentati come opere autonome in musei e gallerie. La figura umana · riferimento costante per l'artista· viene sottoposta a un processo di semplificazione delle forme. Si definiscono nettamente due tipologie di sculture caratterizzate l'una da linee morbide, avvolgenti, l'altra da forme geometriche, con tagli squadrati e netti. Linee in rilievo e tracce di conchiglie e altre impurità della sabbia scompaiono progressivamente: le superfici diventano più lisce e regolari.
I legami con l'Italia si intensificano: in Sardegna fa realizzare arazzi in lana, in Toscana frequenta le cave di pietra della Versilia.
All'inizio degli anni Settanta Nivola inizia a utilizzare per le sue opere di grandi dimensioni il marmo e il bronzo, che diventeranno caratteristici dell'ultima fase della sua attività.
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Lo showroom Olivetti
Nel 1954, con fa decorazione dello showroom Olivetti, aperto al centro di New York, nella Fifth Avenue, Nivola inaugura la sua carriera di scultore per l'architettura.
Progettato dallo studio milanese BBPR, lo show-room è un ambiente ricco di fantasiose invenzioni di sapore surrealista: dalle basi-stalagmiti in marmo che sostengono gli oggetti in vendita, alle lampade- stalattiti in vetro di Murano, alla grande ruota che unisce il negozio al seminterrato, alla macchina da scrivere collocata fuori, sul marciapiede, a disposizione dei passanti.
Perfetto esempio di "sintesi delle arti" in cui architettura, scultura e design concorrono armoniosamente all'effetto generale, il progetto ha nell'opera di Nivola il suo elemento più suggestivo.
Il rilievo, lungo 23 metri, e stato realizzato con una tecnica inventata dall'artista, il sandcasting (scultura in gesso da una matrice modellata nella sabbia), e rappresenta una serie di figure semi-astratte, divinità che portano nel grembo piccole figure umane e che accolgono il visitatore con ampi gesti di benvenuto.
Staccato visivamente dal pavimento verde mare e dal soffitto blu cielo per mezzo di una riga di luce, il "muro di sabbia", con la sua superficie granulosa che ricorda la spiaggia, dà un'impressione di leggerezza e contribuisce a evocare l'immagine della natura mediterranea.
Il grande successo del progetto lancia Nivola in campo internazionale come collaboratore ideale per gli architetti modernisti, e al tempo stesso sancisce l'affermazione oltreoceano del design e della creatività italiani.
Smontato nel 1969, alla chiusura del negozio Olivetti, il rilievo è ricollocato nel 1973 nello Science Center dell'Università di Harvard, per volonta del progettista Josep Lluis Sert.
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Lo showroom Olivetti
Nel 1954, con fa decorazione dello showroom Olivetti, aperto al centro di New York, nella Fifth Avenue, Nivola inaugura la sua carriera di scultore per l'architettura.
Progettato dallo studio milanese BBPR, lo show-room è un ambiente ricco di fantasiose invenzioni di sapore surrealista: dalle basi-stalagmiti in marmo che sostengono gli oggetti in vendita, alle lampade- stalattiti in vetro di Murano, alla grande ruota che unisce il negozio al seminterrato, alla macchina da scrivere collocata fuori, sul marciapiede, a disposizione dei passanti.
Perfetto esempio di "sintesi delle arti" in cui architettura, scultura e design concorrono armoniosamente all'effetto generale, il progetto ha nell'opera di Nivola il suo elemento più suggestivo.
Il rilievo, lungo 23 metri, e stato realizzato con una tecnica inventata dall'artista, il sandcasting (scultura in gesso da una matrice modellata nella sabbia), e rappresenta una serie di figure semi-astratte, divinità che portano nel grembo piccole figure umane e che accolgono il visitatore con ampi gesti di benvenuto.
Staccato visivamente dal pavimento verde mare e dal soffitto blu cielo per mezzo di una riga di luce, il "muro di sabbia", con la sua superficie granulosa che ricorda la spiaggia, dà un'impressione di leggerezza e contribuisce a evocare l'immagine della natura mediterranea.
Il grande successo del progetto lancia Nivola in campo internazionale come collaboratore ideale per gli architetti modernisti, e al tempo stesso sancisce l'affermazione oltreoceano del design e della creatività italiani.
Smontato nel 1969, alla chiusura del negozio Olivetti, il rilievo è ricollocato nel 1973 nello Science Center dell'Università di Harvard, per volonta del progettista Josep Lluis Sert.
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Microcosmo / Macrocosmo
All’inizio degli anni Sessanta Nivola inizia ad usare la terracotta per realizzare opere di piccolo formato, viste come una forma di espressione totalmente libera, alternativa al rigore richiesto dalle opere pubbliche, soggette alla volontà dei committenti e all’esigenza dell’architettura.
I Letti, ispirati ai sarcofagi etruschi, simboleggiano, per estensione, la totalità dell’esistenza dell’uomo: la vita di coppia in tutte le sue varianti, i momenti di solitudine, la felicità e la disperazione. Nivola li espone su basi bianche ricoperte di germogli di grano, simbolo di rinascita tradizionalmente usato in Sardegna nei riti della Settimana Santa.
Dal microcosmo dei Letti, si passa con le Spiagge al macrocosmo della natura: Nivola con pochi gesti delinea paesaggi marini in cui piccole figure riposano sulla spiaggia o nuotano verso l’orizzonte. Nella serie Dei e Uomini le nuvole assumono la forma di divinità pagane che vegliano o incombono sui mortali inconsapevoli.
Negli anni Settanta Nivola, disilluso e disgustato dalla società contemporanea, realizza nuovi letti e spiagge, umoristici e sarcastici, spesso di aperto contenuto sessuale, e crea la serie delle Piscine, luoghi dello svago urbano in cui i corpi si ammassano e ogni rapporto con la natura è negato o distorto.
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Monumenti Immaginati
Dopo la seconda guerra mondiale il monumento come forma artistica viene visto con sospetto per i suoi legami con i regimi totalitari. La statua del condottiero al centro della piazza cittadina è rifiutata come retorica e falsa.
Proposte di artisti e intellettuali come l’architetto Josep Lluís Sert - legato a Nivola da un rapporto professionale e di amicizia - ripensano invece i monumenti come possibile perni dei nuovi centri cittadini, progettati su scala ambientale, dovrebbero comprendere architettura e scultura al fine di creare percorsi pieni di sorprese visive, per un migliore uso quotidiano degli spazi della città.
L’arte pubblica per Nivola è innanzitutto questione di responsabilità civica, un modo per migliorare in modo semplice e concreto la vita delle persone.
Afferma infatti: “Se artisti e architetti verranno meno alla sfida di rendere le città più belle, altri, meno dotati di immaginazione, e gruppi privi di responsabilità civica continueranno a perpetrare i mali architettonici delle nostre città.”
Negli anni della maturità, tuttavia, lo scultore comincia a privilegiare la dimensione utopica del monumento.
Alcuni suoi progetti non vengono realizzati a causa di imprevisti, altri nascono come opere dell’immaginazione, valide al di la della possibilità di essere realizzate. “Col tempo - afferma l’artista - ho imparato ad apprezzare la qualità utopica dell’immaginazione, quasi preferendola alla realizzazione - che comporta sempre certa inevitabile disillusione.
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Nel giardino di Long lsland
Nel 1948 Nivola compra una vecchia fattoria con un podere a Springs, Long lsland, in una località di vacanza oggi esclusiva ma all’epoca ancora a buon mercato e frequentata da artisti come Jackson Pollock e Lee Krasner, Willem de Kooning e Robert Motherwell.
Per la casa di Springs progetta, insieme all'architetto Bernard Rudofsky, un giardino concepito come una serie di stanze all’aperto dove vivere, lavorare e ricevere gli amici. Provvisto di pergole e panchine, di un solarium, di un focolare e di un forno, il giardino si trasforma presto in laboratorio creativo: è qui che, tra il 1949 e il 1950, Nivola diventa scultore, sperimentando la tecnica del sandcasting, un metodo per creare rilievi in gesso o cemento da una matrice scavata nella sabbia, da lui inventato giocando con i figli sulla spiaggia di Long lsland; è qui che realizza pitture murali, sculture, decorazioni graffite.
Di anno in anno, aggiunge, toglie o sposta sculture, cancella e dipinge nuovamente i murali. Oltre che un luogo di lavoro, il giardino è esso stesso un'opera d'arte, un work in progress, una ricerca interminabile alla quale anche altri artisti danno il loro contributo, da Le Corbusier, che si cimenta col sandcasting, a Bruno Munari che vi lascia un suo murale, in seguito cancellato e sostituito come gli altri.
Ma soprattutto il giardino è un ambiente per la socializzazione, un luogo in cui esercitare “I’arte di vivere", un'esistenza in cui dimensione estetica e quotidianità si fondono con naturalezza.
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Pensare lo spazio
La ricerca sullo spazio, costante nell’arte di Nivola, lo porta negli anni Settanta a elaborare il tema delle “stanze” in disegni, dipinti e sculture. Opere compiute più che modelli, le stanze rielaborano l’idea dello spazio al tempo stesso fisico e simbolico del monumento a Gramsci, sottraendolo dalla sfera dell’arte pubblica per reinterpretarlo in chiave privata ed esistenziale.
Semplici forme geometriche aperte sul lato frontale, le stanze hanno piccole finestre che lasciano entrare la luce modificando lo spazio. In una poesia intitolata “Omaggio a Marcel Proust” Nivola riassumeva il significato delle stanze:
All’interno di questa stanza troverò quello che ho
Sempre cercato, tutte le varianti del quadrato e
del cubo. Le infinite variazioni lineari
della verticale e orizzontale.
In tutti i gradi di apertura dell’angolo troverò
Me stesso come sola forma organica. In Questo tempio
Di strutture cartesiane sospeso nel Contesto caotico
Di infinite spaccature.
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Pittura / Scultura
Negli anni Settanta Nivola si riavvicina alla pittura da cavalletto: un modo di pensare lo spazio, riflettendo sul rapporto fra superficie piana e immagine tridimensionale.
La serie di grandi figure geometrizzanti è caratterizzata dai toni caldi e spenti - in voga negli anni Settanta - e dalla ambiguità tra figura e sfondo: il volume delle figure è di volta in volta negato o accentuato dalla stesura del colore che passa da un piano all’altro.
L’interesse dell’artista anche in questo caso è sulla definizione e la percezione dello spazio.
In un’altra serie Nivola rifà le stesse vedute di New York che aveva dipinto negli anni Quaranta, ma con uno stile differente: neri più profondi, contorni meno definiti e un’atmosfera più cupa, segno di uno sguardo più critico e maturo sulla “città meravigliosa” che lo aveva accolto al suo arrivo negli Stati Uniti.
Il ritorno al quadro è parte del processo di avvicinamento all’arte “pura” che Nivola compie nello stesso periodo in relazione alla scultura.
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Pittura / Scultura
Negli anni Settanta Nivola si riavvicina alla pittura da cavalletto: un modo di pensare lo spazio, riflettendo sul rapporto fra superficie piana e immagine tridimensionale.
La serie di grandi figure geometrizzanti è caratterizzata dai toni caldi e spenti - in voga negli anni Settanta - e dalla ambiguità tra figura e sfondo: il volume delle figure è di volta in volta negato o accentuato dalla stesura del colore che passa da un piano all’altro.
L’interesse dell’artista anche in questo caso è sulla definizione e la percezione dello spazio.
In un’altra serie Nivola rifà le stesse vedute di New York che aveva dipinto negli anni Quaranta, ma con uno stile differente: neri più profondi, contorni meno definiti e un’atmosfera più cupa, segno di uno sguardo più critico e maturo sulla “città meravigliosa” che lo aveva accolto al suo arrivo negli Stati Uniti.
Il ritorno al quadro è parte del processo di avvicinamento all’arte “pura” che Nivola compie nello stesso periodo in relazione alla scultura.
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Uno scultore per architetti
Il successo ottenuto nel 1954 dal rilievo dello showroom Olivetti attira a Nivola una grande quantità di altre commissioni, lanciandolo come "scultore per l'architettura".
In quel momento ferveva in campo internazionale il dibattito sulla collaborazione tra arti visive e architettura, la cosiddetta "sintesi delle arti": l'architettura moderna è percepita come fredda e distante; pittura e scultura potevano servire a "umanizzarla" avvicinandola al pubblico.
La tecnica del sandcasting inventata da Nivola è particolarmente adatta a questo scopo: consente infatti di eseguire dei pannelli in rilievo che possono essere montati a ricoprire superfici murarie anche molto vaste, come la facciata della Mutual of Hartford lnsurance Company, realizzata nel 1958 a Hartford, nel Connecticut, di cui è qui esposto il bozzetto.
Le sculture sono eseguite con lo stesso materiale utilizzato per la costruzione degli edifici moderni, il cemento, e con la stessa carpenteria; trasportate nelle stesse cassaforme che sono servite a costruirle e che si trasformano in casse da imballaggio, possono viaggiare con i normali mezzi di trasporto usati nel cantiere e senza particolari condizioni assicurative.
Nivola punta insomma a una "normalizzazione" della scultura, che la privi della sua aura di eccezionalità avvicinandola alla vita quotidiana. L'opera d'arte, divenuta parte dell’esistenza comune, deve contribuire a migliorare la società creando un ambiente più armonioso e piacevole.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Yale
La decorazione dei college Morse e Ezra Stiles dell'università di Yale è forse l'esempio più riuscito di dialogo tra scultura e ambiente costruito realizzato da Nivola.
Nel 1959 Eero Saarinen - all'epoca il più celebre architetto americano della sua generazione - scrive all’artista proponendogli di collaborare al progetto dei college, per i quali si era ispirato a San Gimignano e alle città medievali italiane.
Saarinen chiede a Nivola non un singolo pezzo di scultura o una semplice decorazione murale, ma ''un'intera atmosfera creata dalla scultura e dal rilievo in rapporto con l'architettura." Nivola accetta la sfida e realizza 43 opere fra pezzi a tutto tondo, rilievi e fontane, utilizzando oltre al sandcasting la tecnica del “cement carving” (intaglio sul blocco di cemento semi-solido). Il lavoro viene portato a termine nel 1962, dopo la morte dell'architetto, scomparso nel 1961.
Alcune grandi e di aspetto solenne, altre piccole e discrete, disseminate nel campus a diverse altezze, le sculture formano un percorso ricco di sorprese visive e di prospettive inaspettate. Eseguite in cemento come gli edifici, si inseriscono armoniosamente al loro interno, accompagnando il visitatore senza imporsi perentoriamente alla sua attenzione.
Nivola arriva qui molto vicino a realizzare il suo sogno di una piena integrazione tra scultura e architettura.
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Costantino Nivola
(Orani, 1911 - Long Island, 1988)
Figlio di muratore, Nivola impara il mestiere del padre e diventa poi apprendista del pittore Mario Delitala a Sassari.
Nel 1931 una borsa di studio gli permette di studiare grafica all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza. L’architetto Giuseppe Pagano, suo maestro, lo coinvolge nell’allestimento di mostre come la Triennale di Milano del 1936 e l’Expo di Parigi del 1937.
Diventa intanto direttore artistico dell’Olivetti, impresa all’avanguardia nelle strategie di comunicazione.
Nel 1938 le sue idee antifasciste e il matrimonio con l’ebrea Ruth Guggenheim lo costringono a lasciare l’Italia per Parigi e quindi per gli Stati Uniti.
A New York lavora come art director per riviste di architettura e diventa amico e discepolo di Le Corbusier.
Nella sua casa giardino di Long Island nel 1950 inventa la tecnica del sandcasting, un metodo per creare sculture in cemento da matrici di sabbia.
Il successo ottenuto dalla sua prima commissione, lo showroom Olivetti di New York su progetto dei BBPR, lo porta in breve a diventare uno dei più apprezzati scultori per l’architettura in un periodo in cui ferve il dibattito internazionale sulla sintesi delle arti.
Il suo lavoro, incentrato sui temi principali della “madre” e del “costruttore”, rivisita in forme moderne la tradizione popolare e l’arte preistorica della Sardegna. Altri temi importanti sono quelli della vita comunitaria, dell’arte come partecipazione e strumento di crescita civile.
A partire dagli anni Sessanta, mentre continua il suo impegno civile nell’arte pubblica, si dedica anche alla terracotta realizzando opere di piccolo formato dai soggetti intimi e privati.
In seguito ritorna ai materiali “nobili” del marmo e del bronzo, con una serie di solenni figure femminili che celebrano la forza generatrice della donna e della natura.
## Skin ### Button Button_A06B3E44_8416_D012_41C3_52F8DFC27350.label = LE RICERCHE DEGLI ANNI 60 E 70 Button_C55B1791_D2A3_FFA3_41C8_02B69AD6EB45_mobile.label = ARTE E COMUNITÀ Button_A068EE44_8416_D012_41DA_E262FF77270F.label = ARTE E COMUNITÁ Button_E228686C_C2B5_78F1_41DB_DAA25E042FB4_mobile.label = Audio (On) Button_E228686C_C2B5_78F1_41DB_DAA25E042FB4_mobile.pressedLabel = Audio Mute Button_C4E64F43_D260_B0A7_41E2_57B0888824B9_mobile.label = BIGLIETTERIA - BAR Button_A06B0E43_8416_D017_418D_F95EE41D7507.label = BIGLIETTERIA - BAR Button_A0684E43_8416_D017_41CC_3743DC11A60B.label = CREDITS Button_EE3909CF_C9A7_773D_41E5_E952632B0597_mobile.label = ESTERNO Button_A0683E43_8416_D017_41D6_8F4AC0C78D43.label = ESTERNO Button_C4977C32_D260_B0E1_41D9_4F7270D95B49_mobile.label = EX LAVATOIO Button_A06B3E43_8416_D017_41C8_CA617FB48382.label = EX LAVATOIO Button_E264D55C_C2B2_C8D1_41E3_D350441B9D5D_mobile.label = Enter VR Button_E264D55C_C2B2_C8D1_41E3_D350441B9D5D_mobile.pressedLabel = Enter VR Button_A06B6E43_8416_D017_41D9_BBF638D12BE9.label = FONTANA Button_C51BD253_D2A3_70A7_41CB_878E0AD2CDC4_mobile.label = FONTANA Button_E2C59C17_C2CD_D85F_41E7_9F6D79367795_mobile.pressedLabel = Full Screen (Off) Button_E2C59C17_C2CD_D85F_41E7_9F6D79367795_mobile.label = Full Screen (On) Button_CCF763EA_D7A5_7DFA_41D7_2E5365FDDC17_mobile.label = Gyroscopic (Off) Button_CCF763EA_D7A5_7DFA_41D7_2E5365FDDC17_mobile.pressedLabel = Gyroscopic (On) Button_E267DDD4_C2B5_5BD1_41CE_68CA3559B9AC_mobile.pressedLabel = Hotspots (Off) Button_E267DDD4_C2B5_5BD1_41CE_68CA3559B9AC_mobile.label = Hotspots (On) Button_A0683E43_8416_D017_41D9_1224D3CB1976.label = INGRESSO Button_CAFA5CDF_D2A7_915F_41E8_5D1539B9B798_mobile.label = INGRESSO Button_A068DE43_8416_D017_41D5_9D6414942A73.label = INGRESSO Button_C572E90C_D260_90A1_41DD_2A06F0BD6BF6_mobile.label = INGRESSO Button_A068BE43_8416_D017_41BA_220D7F597AC1.label = LA GRAFICA Button_CA0D8DC1_D2A3_93A3_41E2_7EA323342C8D_mobile.label = LA GRAFICA Button_A06B5E44_8416_D012_41DC_EA6779E65B1E.label = LA GRANDE MADRE Button_B9408D6F_840E_F0EE_41A6_C97E8E90DA85_mobile.label = LA GRANDE MADRE Button_C54A4B09_D2A3_F0A3_41E9_94704C334F10_mobile.label = LE RICERCHE DEGLI ANNI 60 E 70 Button_A06B6E44_8416_D012_41D2_6412D74B7082.label = MICROCOSMO/MACROCOSMO Button_B9DB4761_840E_D012_41C5_0463DA115175_mobile.label = MICROCOSMO/MACROCOSMO Button_A06B7E44_8416_D012_41DE_E6FB0D8C3CAC.label = MONUMENTI IMMAGINATI Button_B9807FA0_840E_D011_41AF_5E9B455868F0_mobile.label = MONUMENTI IMMAGINATI Button_EE3CE9D2_C9A7_7727_41D5_17EC1DD6A7D6_mobile.label = MUSEO: PIANO -1 Button_EE3A29D1_C9A7_7725_41E5_D9D18D69F32D_mobile.label = MUSEO: PIANO TERRA Button_CA3D5319_D2A3_F0A3_41D1_37F01B49938D_mobile.label = NEI GIARDINI DI LONG ISLAND Button_A0688E43_8416_D017_41D0_C8B1AA350ECD.label = NEI GIARDINI DI LONG ISLAND Button_A06B1E43_8416_D017_41C4_32BB9561628F.label = PARCO INFERIORE Button_CAA4B202_D2A3_B0A1_41B4_AC4F1E2B53AD_mobile.label = PARCO INFERIORE Button_A06B4E44_8416_D012_41D3_05A1D3C0725A.label = PENSARE ALLO SPAZIO Button_B9A066C0_840E_F012_41DB_4405B1731073_mobile.label = PENSARE ALLO SPAZIO Button_A0687E43_8416_D017_41D0_364965749CD5.label = PIANO INFERIORE Button_A0686E43_8416_D017_41CD_2570EC65BD64.label = PIANO TERRA Button_C5721D31_D2A3_F0E3_41E0_A80AA84CBA7E_mobile.label = PITTURA E SCULTURA Button_A06B0E44_8416_D012_41CD_EAF0FB377F1D.label = PITTURA/SCULTURA Button_C56826D2_D2A1_B1A1_41DF_BEF5DF0B6EF0_mobile.label = SCALE Button_A0680E43_8416_D017_41B1_1F10E47A0F17.label = SCALE Button_A0689E43_8416_D017_41C2_EE548CFBFC14.label = SCULTORE PER ARCHITETTI Button_C52BA5C4_D2A3_F3A1_41CF_389819F3C468_mobile.label = SCULTORE PER ARCHITETTI Button_A068AE43_8416_D017_41D0_2E7827EBAFFE.label = SHOWROOM OLIVETTI Button_CA9886F8_D2A3_7161_41E5_2C0512D6EC6E_mobile.label = SHOWROOM OLIVETTI Button_E27E9EC4_C2B2_B830_41DB_F8C42F6D88AF_mobile.pressedLabel = Sticker (Off) Button_E27E9EC4_C2B2_B830_41DB_F8C42F6D88AF_mobile.label = Sticker (On) Button_C54DD931_D2A3_F0E3_41D7_05202253146D_mobile.label = YALE Button_A068FE44_8416_D012_41C2_9898A87FCC89.label = YALE ### Image Image_A0699E43_8416_D017_41CA_654607F75C46.url = skin/Image_A0699E43_8416_D017_41CA_654607F75C46_it.png Image_A3D1E2CE_8437_502E_41DF_BCCF659D7932.url = skin/Image_A3D1E2CE_8437_502E_41DF_BCCF659D7932_it.png Image_ACB362CE_8411_D011_41DE_6AB427AA9049.url = skin/Image_ACB362CE_8411_D011_41DE_6AB427AA9049_it.png Image_ACF22E69_8416_D013_41D8_E3ED1E560056.url = skin/Image_ACF22E69_8416_D013_41D8_E3ED1E560056_it.png Image_AD2D10E7_8411_501F_41AB_ACE7FDB0162F.url = skin/Image_AD2D10E7_8411_501F_41AB_ACE7FDB0162F_it.png Image_ADCC61F6_8411_53FE_41D3_0DDEE4E73579.url = skin/Image_ADCC61F6_8411_53FE_41D3_0DDEE4E73579_it.png Image_C9F34A45_D885_AF4F_41C1_92E1CF826AFF_mobile.url = skin/Image_C9F34A45_D885_AF4F_41C1_92E1CF826AFF_mobile_it.png ## Tour ### Description ### Title tour.name = Museo Nivola